Ubuntu 17.04: cos’è cambiato e cosa cambierà nelle prossime release

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La release tanto attesa del 2017 è arrivata qualche giorno fa: dal 13 aprile, Ubuntu Zesty Zapus è finalmente disponibile per il download sul sito http://www.ubuntu-it.org/download, nonché per l’aggiornamento da versioni precedenti. Sono inoltre state rilasciate anche le versioni con i differenti DE, come Mate, Xubuntu, KDE, all’indirizzo http://www.ubuntu-it.org/download/derivate .

Il nome scelto stavolta deriva da un topino nord-americano (zapus), che risulta essere l’unico mammifero con 18 denti in totale, a cui viene poi associato l’aggettivo zesty, che può essere tradotto come grande entusiasmo ed energia. Questo perché, come spiegato nel blog di Mark Shuttleworth (founder della Canonical Ltd) nel suo articolo The mouse that jumped, la metafora sta nella continua ricerca di progettare un sistema operativo al passo delle necessità dell’utente, quindi più veloce, efficiente e più pulito, dal punto di vista dell’esecuzione e del codice.

Perché aggiornarsi a questa release e quali sono i cambiamenti che il team di sviluppo di Canonical ha apportato? Intanto, è necessario fare una premessa: come già annunciato, cambiamenti evidenti non ce ne sono per l’utente, salvo l’aggiornamento di app relative a GNOME 3.24, l’aggiornamento di LibreOffice alle versione 5.3, Mozilla Firefox 52, nonché l’upgrade del kernel 4.10, l’uso di X.Org Server 1.19.3 e Mesa 17.0.3, miglioramenti volti anche al maggior supporto delle schede grafiche e delle elaborazioni in 3D.

Tra le novità trasparenti all’utente medio, ci sono però parecchie cose interessanti: intanto, non sarà più necessaria una partizione di swap per le installazioni, dal momento che verrà usato al suo posto un file; inoltre, al posto di gconf, usato per la configurazione del desktop e delle applicazioni, è stato sostituito da Gsettings. Infine, una novità importante è un maggior supporto alla configurazione di stampanti che non richiedono driver specifici, il che significa dare la possibilità, per esempio, di usare stampanti di rete senza il bisogno di installare i relativi driver, grazie a IPP (Internet Printing Protocol).

Oltre alle recenti novità, si hanno già delle anticipazioni su quelle che saranno presenti nella prossima LTS, in uscita ad aprile 2018: una questione molto dibattuta e rimarcata sulle testate è infatti l’annuncio dell’abbandono al supporto di Unity 8 come progetto, e il ritorno dalla versione 18.04 LTS a GNOME come DE ufficiale. Infatti, il team di Ubuntu GNOME e quello della versione nativa lavoreranno a stretto contatto per la prossima versione; è stato lo stesso Mark Shuttleworth ad annunciare la notizia, lieto evento per alcuni, e (molto) meno lieto per altri.

Il motivo della scelta? Puramente commerciale. Lo stesso founder di Canonical ha dichiarato di voler investire di più su altri progetti, per concentrarsi su aree che contribuiscono alla crescita dell’azienda. Un po’ per risolvere il malcontento creato, di chi all’ambiente di default ci si era affezionato – Unity ha debuttato nella versione 10.10 di Ubuntu, quindi ben 7 anni fa-, un po’ per risolvere la questione del naming version, Shuttleworth ha dichiarato che l’idea proposta per le prossime release sarà ispirata alle verdure, a partire dalla 18.04 che dovrebbe portare il nome di Brilliant Broccoli. Questo, forse, nella speranza che le verdure vengano apprezzate di più… 😉

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